Appuntamento imperdibile domenica 10 novembre ore 17 e 30 in Piazza Costituzione con la confraternita di Don Piriciolu. La confraternita in occasione della prima gara de piriciolu sarà lieta di offrire (s’’espru de santu martinu) cavuru e casu ( fino ad esaurimento) degustando e, votando e “criticando” su piriciolu preparato e offerto da vinificatori locali. Sempre intonando is cogius de don piriciolu.
Ora che la vinificazione non è più un arte ma una scienza …
Ora che i vini vengono costruiti a tavolino …
Ora che non vi è più differenza da una bottiglia all’altra..
Ora che tutto il vino commercializzato è pastorizzato …
Ora che nessuno sopporta più il sapore del vino fatto in casa (est foti, est spuntu, est custu est cussu)…
La confraternita Don Piriciolu detta i canoni della nuova degustazione.
Su piriciolu può essere visto come uno dei simboli della povertà, che ha caratterizzato la cultura contadina, da cui proveniamo e, di cui tanto ci vergogniamo. O anche un simbolo di contraffazione e di “falsità”; essendo in effetti un vino sofisticato. O può essere anche visto come simbolo di sopruso; essendo il vino che i is meris davano a is serbidoris poiché questi non erano ritenuti meritori di bere un vino fatto di sola uva. Su piriciolu è il simbolo (e bandiera) di quei gusti e sapori che la globalizzazione e la massificazione cercano di far sparire e che, invece, danno specificità alle culture.
Da lunghi sproloqui e inconcludenti dibattiti la confraternita ha fissato una volta per tutte la ricetta de su piriciolu.
25% uva macinata
25% mosto
50% acqua di pozzo
Il tutto messo in un tino e, coperto con un telo perché non prenda aria.
Rimestare quotidianamente per 3 giorni consecutivi, trascorsi i quali va torchiato e messo a fermentare in una barrique. Tre settimane e va bevuto.
LUDIBRIUM E FIGTITIA