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Il mio Giornale, dar voce a chi non ne ha

Il mio giornale è una testata giornalistica online. Fino al 2007 veniva stampato, ma è stato rilevato, per evitarne la chiusura, dall’Associazione Culturale No Profit Il Granello di Sale che ha sede in Ronta, provincia di Firenze, e adesso è solo on line. Il mio giornale crede e lavora per la libera informazione e si impegna a dare voce a chi non ne ha, considerando giornalisti e lettori come un’unica comunità. I collaboratori sono tutti soci dell’Associazione Il Granello di sale. Abbiamo l’onore di poter intervistare una collaboratrice:Veronica Atzei.

Come è nata la tua collaborazione con  “Il mio Giornale”?

Sono stata contattata da un’altra redattrice, sarda, che lavorava per il giornale già da tempo e mi ha proposto la collaborazione. Ho scritto degli articoli di prova che sono piaciuti, e uno è stato poi pubblicato come mio articolo d’esordio, quello sulla miniera di Furtei.

Il tuo titolo di studio?

Mi sono laureata in lingue e letterature straniere a Cagliari e dopo la laurea ho conseguito, sempre a Cagliari, un master sulla didattica del sardo.

Tu che sei una cultrice della lingua sarda, che pensiero hai sul sardo dovrebbe essere portato nelle scuole?

Io penso – ma è opinione abbastanza diffusa ormai – che per la salvaguardia di una lingua l’insegnamento fin dall’infanzia sia necessario. E’ vero, il sardo è una lingua minoritaria, ma minoritaria non significa meno importante, solo meno diffusa, perché parlata da un numero di persone ridotto rispetto alla lingua ufficiale, l’italiano. In una società bilingue come la nostra, nella quale non tutti hanno una competenza attiva perfetta del sardo (cioè lo parlano e lo scrivono correttamente), ma tutti ce l’hanno almeno passiva (lo capiscono e talvolta lo sanno parlare anche se non perfettamente), introdurlo a scuola non rappresenta per i bambini una fonte eccessiva di carico, anzi, si può considerare una fonte di arricchimento. Io non sono d’accordo neppure con chi sostiene che “Più che il sardo è meglio insegnare una lingua straniera”. Perché una lingua straniera deve essere più importante della nostra lingua madre? Le due cose non si escludono a vicenda, anzi, più lingue si conoscono, più è facile impararne delle nuove. Studi recenti di psicolinguistica hanno dimostrato che i bambini che acquisiscono fin dalla nascita due o più lingue, sono naturalmente predisposti all’apprendimento di altre. Portare il sardo a scuola è un diritto e un dovere dei sardi, perché solo le generazioni future possono conservare la lingua, ed evitare che questa si estingua.

Internet può essere uno strumento per la diffusione delle tradizioni e cultura sarda?

Indubbiamente i media sono un ottimo veicolo di diffusione del sardo. La tv, la radio, i giornali e internet sono la maniera più efficace per tenere la lingua viva, per inserirla con facilità nel quotidiano e soprattutto farla “vivere” alla gente. Il sardo nei mezzi di comunicazione aiuterebbe anche coloro che non hanno tantissima confidenza con questa lingua a inserirla con più facilità nel proprio quotidiano, e per tutti coloro che la usano quotidianamente non può che essere un piacere trovarla anche nelle situazioni “ufficiali” e non solo nell’uso informale. Ad esempio, anche questo blog, che già si adopera per la diffusione di attualità moderna, senza dimenticare la tradizione culturale del passato, potrebbe dare un aiuto alla veicolazione della nostra lingua madre. E tuttavia sappiamo che oggi quello che conta deve passare necessariamente attraverso la rete; quindi devono farlo anche lingua, cultura e tradizioni. Se non vogliamo infatti che diventino solo retaggio della memoria o oggetti impolverati conservati in soffitta, anche con questi dobbiamo fare uso dello strumento internet.