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Antonio Pusceddu, le mie origini villanovesi

Storie di emigrati e di figli di emigrati…ancora una volta grazie alla “rete” conosciamo e vi facciamo conoscere un nostro concittadino.  Inutile nascondervi che anche stavolta siamo onorati di rappresentare un punto di riferimento ed un trait d’union per tutti coloro che hanno a cuore Villanovaforru e la Sardegna.

ANTONIO PUSCEDDU è nato a Biella il 23 Febbraio 1970 da Zelino e Giovanna, immigrati dalla Sardegna a Biella, come tanti in quegli anni, in cerca di lavoro (erano gli anni ’60). Convive con Cinzia e hanno tre figli: Lorenzo, Francesco e Alessandro.
ant_puxDipendente del Comune di Biella come funzionario tecnico ottiene importanti riconoscimenti nell’ambito progettuale. Ex giocatore di pallacanestro (serie C) conclude la sua carriera cestistica nel 2002. Rimasto sempre “nell’ambiente” fonda una società di pallacanestro nel suo Paese di residenza, l’ASD Basket Ponderano, dove è Presidente e allenatore, gestendo, insieme ai suoi collaboratori, uno dei più floridi vivai del Piemonte. Presente nel mondo del volontariato è tecnico di sala nell’ambito delle emergenze di Protezione civile a Biella. Nel 2004 è Assessore nel Comune di Ponderano con deleghe all’Ambiente, Sport, Manifestazioni e Protezione Civile. Attualmente Capo gruppo in Consiglio Comunale del gruppo “Noi di Ponderano” e alle prossime elezioni del 6/7 Giugno 2009, candidato Sindaco.

Cosa rappresenta per te Villanovaforru?
E’ il paese di nascita di mio padre, rappresenta le mie origini, la mia terra. Purtroppo ho potuto “vivere” poco il Paese; solamente d’estate, quando venivamo con la mia famiglia a trovare i nonni e gli zii. I ricordi però, sono limpidi, belli: gli odori, i sapori, il colore giallo delle campagne, la calma del paese in una giornata d’estate dopo pranzo, quando andavo a scorrazzare per le vie di Villanova quasi deserto. E come dimenticare la classica domanda che mi si poneva rigorosamente in sardo “di chi sei figlio? (fizu de chi e ses?). Spezzoni di vita che riempiono il cuore e che in parte ritrovo quando d’estate torno a trovare la Zia Rosina e Gianpaolo. La scorsa estate mi sono fatto una passeggiata a piedi verso la Piazzetta, poi su, verso la casa del nonno e ho notato che il Paese si è fatto ancora più bello. Bravi.

In quali aspetti del tuo carattere ti senti “sardo” ?
In tutto! Sono fiero delle mie origini e qui “in continente”, avendo un cognome facilmente identificabile (finisce per “u”!); la Sardegna è sempre motivo di argomentazione. Gli amici mi descrivono con una serie di aggettivi positivi ma, un po’ “testardo” e orgoglioso……… Ecco penso che sia un tratto caratteriale che distingue i sardi in generale: brava gente, ma…. Testardi. Io sono così: testardo, orgoglioso, voglio far le cose per bene e mi impegno per farle.

Cosa cambieresti della Sardegna?
Tornerei indietro di circa trent’anni e farei Leggi più a tutela del patrimonio artistico, culturale e soprattutto paesaggistico. La gente viene in Sardegna proprio per queste caratteristiche uniche nel Mediterraneo. E’ giusto tutelarle.

Parlaci del circolo sardo di Biella
Il Circolo Culturale Sardo “Su Nuraghe” di Biella, membro della F.A.S.I., Federazione delle Associazioni Sarde in Italia, è nato nel 1978. E’ un punto di riferimento sicuramente per la comunità sarda nel Biellese, ma non solo. Ci sono molti legami anche storici tra la Sardegna e Biella, per questo il Circolo è frequentato molto anche da non sardi.
In tre decenni di attività si è dedicato all’aggregazione degli oltre seimila (di cui duemila e quattrocento nativi) Sardi residenti nel Biellese, attraverso Campagne di solidarietà e di partecipazione umana concorsi di poesia – in sardo ed in italiano; concorsi fotografici; concorsi nelle scuole della Provincia, corsi di aggiornamento per insegnanti; edizioni; mostre come la “Sardegna nella cartolina illustrata”, con l’esposizione di quattromila cartoline di Sardegna, a cavallo dei due secoli; la mostra storica itinerante “Fotografi Biellesi in Sardegna, tra fine Ottocento e primi Novecento”, giunta ormai alla tredicesima tappa, con esposizioni a Biella, Aosta, Torino, Genova, Quartu Sant’Elena, Olbia, Alghero, Ivrea, Roma, Pavia, Novara, Orgosolo; feste, concerti e serate in allegria con gruppi folcloristici sardi, segnatamente “Sa Die de sa Sardigna” fin dal 1995 promossa dalla Città di Biella, in apertura delle rassegne di Biella/Estate.
Per chi volesse approfondire sulle iniziative fatte dal circolo di Biella, abbiamo un sito www.sunuraghe.it

Esiste un nuraghe” costruito in Piemonte…
E’ un idea nata dal nostro “vulcanico” presidente del circolo: Battista Saiu e proposta all’Amministrazione di Biella che l’ha accettata.
Io come funzionario Tecnico del Comune di Biella ho seguito la progettazione e la direzione lavori del cosiddetto “Nuraghe Chervu”. Per capire meglio il perché del Nuraghe a Biella Vi allego uno stralcio preso dal nostro sito:
“Costruire un nuraghe fuori dalla Sardegna e a distanza di migliaia di anni? A Biella si può. Fino a qualche tempo fa in pochi avrebbero immaginato che ai piedi delle Alpi si sarebbe potuta realizzare un’opera simile, probabilmente unico caso esistente in Italia. Eppure, grazie alla collaborazione tra il Circolo Su Nuraghe e l’Amministrazione comunale di Biella, ci siamo riusciti. Per cogliere il senso di tale iniziativa è indispensabile non fermarsi ad un’analisi superficiale, che impedirebbe di capire le reali motivazioni che hanno portato a trapiantare il simbolo della millenaria storia sarda in una provincia piemontese, ma bisogna sforzarsi di andare un po’ più in profondità. Nuraghe Chervu (nome che deriva da quello del torrente biellese Cervo), è un simbolo di unità e un inno alla diversità, non un semplice capriccio folcloristico della numerosa comunità sarda di Biella.
L’idea di un monumento a forma di nuraghe, in
fatti, nasce innanzitutto per celebrare i novant’anni trascorsi dalla fine della Prima guerra mondiale, ultimo atto del travagliato percorso di unificazione del Paese, costruito con l’ingente sacrificio di sangue di centinaia di migliaia di uomini provenienti da ogni luogo d’Italia. E quale monumento può ricordare meglio tale sacrificio, se non quello che rappresenta il simbolo della regione che ha pagato con la più alta percentuale di richiamati alle armi? La Sardegna, infatti, mandò al fronte un soldato ogni nove abitanti e vi perse oltre 13mila dei suoi figli. La piccola Biella, invece, pianse ben 532 caduti, che l’opera intende ricordare insieme a tutte le oltre 650mila vittime italiane del conflitto.

La struttura stessa del nuraghe rappresenta bene l’immagine di un’Italia fatta di e dagli uomini. Uomini come pietre che, insignificanti se separate e disordinate, acquistano un senso soltanto se organizzate in una forma determinata. Questa forma abbiamo quindi deciso che sarebbe stata quella arcaica dei nuraghi, i megaliti più numerosi, conosciuti e tra i più imponenti d’Europa, che individuano una zona precisa, quella della Sardegna, che ha contribuito in modo determinante alla nascita dell’Italia moderna. La Repubblica di oggi, infatti, non è che il punto d’arrivo di un lungo percorso, iniziato proprio con il Regno di Sardegna e continuato, mutandosi, con il successivo Regno d’Italia. Questo da un punto di vista giuridico e politico, ma, cambiando prospettiva, c’è un altro sacrificio, oltre a quello dei soldati, che ha concorso in maniera determinante alla creazione della realtà odierna. Ed è quello degli emigrati, cioè di tutti coloro che sono stati costretti ad abbandonare la propria terra d’origine per trasferirsi nelle regioni settentrionali, dove con il proprio lavoro si sono trasformati per decenni nel vero motore dell’economia nazionale. Tutto ciò, e in particolare il valore della diversità e dell’immigrazione, Biella e i suoi abitanti lo conoscono bene ed è anche per questa ragione che hanno accolto positivamente l’idea di un nuraghe che – e per capirlo basta ritornare alla metafora delle pietre – diviene così anche un monumento dedicato a tutti gli emigrati.”
Infine Volevo solo farVi i complimenti per le vostre innumerevoli iniziative e per il Vs sito che  sto’ cominciando a conoscere. Un saluto a tutti e non è detto che questa estate, non ci si possa incontrare.

Un ringraziamento sentito ad Antonio ed a Battista Saiu, presidente del circolo sardo di Biella che ci ha messo in contatto con il nostro compaesano.


Zelino ed Alessandro


La famiglia di Antonio