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Tempo di vendemmia

Tutti gli anni, in questo periodo, il teatro della vita si prepara a mettere in scena quel consueto grande evento che da millenni scandisce il tempo di noi villanovesi,ovvero la vendemmia. La tradizione di una millenaria fatica conduce annualmente alla realizzazione di un magico dono:il vino. Questa bevanda creata sotto la guida del dio Bacco ha il potere di riempire l’anima di ogni verità, di ogni sapere, di tutta la filosofia. Restando in tema regaliamo ai lettori de Subiddanoesu “unu contu de binnenna” tratto da una storia realmente accaduta nel nostro paese.
Una sera una giovane signorina rientrava dalla campagna. Sul braccio destro teneva ben stretto un cestino di canne intrecciate (su scatteddu), che a giudicare dalla fatica che la giovane fanciulla faceva per trasportarlo doveva essere ben pieno. Il contenuto era ben nascosto da un pezzo di orbace. La casa dei genitori era situata nella strada principale del paese, di fronte vi abitava un signore, mai ammogliato e piuttosto burlone.

Bacchisio (nome di fantasia) aveva l’abitudine, prima di ritirarsi per cena, di accomodarsi sull’uscio di casa e godersi il fresco e magari scambiare due chiacchiere con chi si trovava a passare di lì.
Accidenti !esclamò Bissentica (nome di fantasia della ragazza), anche oggi Bacchisio è appostato di fronte a casa, se mi provoca, pensò, oggi lo sistemo!
Fece appena due passi e subito si sentì la voce di Bacchisio che diceva: “ciao Bissentica! Cosa porti dentro il cestino?”
Bissentica si arrestò e guardando l’uomo con aria furbetta dritto negli occhi gli rispose:”Se indovini te ne do cinque grappoli”.
L’uomo con l’espressione di chi tira ad indovinare disse:”non mi dire che c’è dell’uva?”
“Mamma mia che fortuna!”- rispose Bissentica- togliendo i cinque grappoli dal cestino per saldare la scommessa. Bacchisio prese l’uva, ringraziò la ragazza ed entrò in casa.
E’ proprio intelligente!, pensò tra sé e sé Bissentica, chissà come diavolo avrà fatto quel disgraziato a capire che cosa avevo nel cestino!

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