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Ritratto di una generazione: gli anni 80

I meravigliosi anni 80

Cerchiamo di rendere giustizia, dando spazio allo sfogo di un nostro lettore, ad una generazione di persone nate negli anni ’70…accusata spesso di non avere valori.


“Non abbiamo fatto la guerra, né abbiamo visto lo sbarco sulla luna, non abbiamo vissuto gli anni di piombo, la nostra memoria storica comincia coi Mondiali di Spagna ‘82.

Siamo l’ultima generazione che ha imparato a giocare con le biglie, a saltare la corda, a giocare a bikusu, a un-due-tre-stella, e allo stesso tempo i primi ad aver giocato al bar di Pasquale coi videogiochi.

Abbiamo indossato pantaloni a campana, a sigaretta, a zampa di elefante e con la cucitura storta; la nostra prima tuta è stata blu con bande bianche sulle maniche e le nostre prime scarpe da ginnastica di marca le abbiamo avute dopo i 20 anni.

Siamo l’ultima generazione che organizzava per ogni rione un fogadoi, gli ultimi a non dormire la notte prima del derby contro il Collinas.
Andavamo a scuola quando il 1 novembre era il giorno dei Santi e non Halloween, quando ancora si veniva bocciati.
Abbiamo dovuto sorbirci Sentieri, Anche i ricchi piangono e Dallas, ci siamo esaltati con Goldrake, abbiamo pianto per Candy-Candy, abbiamo riso con Spank, urlato con Bruce Lee.

Siamo la generazione che ancora si chiede se Mila e Shiro alla fine vanno insieme.
Siamo la generazione di Bim Bum Bam, del Drive-in e di Telemike collegato con Villanovaforru (paese della provincia di Calabria disse Mike…allegria!).
Siamo cresciuti ascoltandogli Europe, gli Spandau Ballet ed i Duran Duran, e siamo stati ultimi a usare i gettoni del telefono. Mangiavamo le Big Bubble, e i negozianti ci davano le caramelline di zucchero come resto.
Guardandoci indietro è difficile credere che siamo ancora vivi:viaggiavamo in macchina senza cinture, senza seggiolini speciali e senza air-bag.

Andavamo in bicicletta senza casco né protezioni per le ginocchia o i gomiti,camminavamo tutto il giorno scalzi e soprattutto andavamo a furai ceresia rischiando la decapitazione.
Ci attaccavamo alla stessa bottiglia per bere e nessuno si è mai infettato.

Ci trasmettevamo solo i pidocchi a scuola, cosa che le nostre madri sistemavamo lavandoci la testa con l’aceto. Non avevamo Playstation, Nintendo 64,videogiochi, 99 canali televisivi, dolby-surround, cellulari, computer e Internet, però ce la spassavamo tirandoci gavettoni e rotolandoci per terra.
Insomma siamo una generazione di fenomeni…”

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